Cookie Consent by Free Privacy Policy website Innovazioni di livello olimpico: altri tesori nascosti dei 160 anni di storia Opel
dicembre 09, 2022 - Opel

Innovazioni di livello olimpico: altri tesori nascosti dei 160 anni di storia Opel

  • Idee intelligenti per il vivere moderno: sedie leggere e frigoriferi di successo
  • Opel, sempre più veloce: il “Blitz” di Rüsselsheim sulle piste, di ghiaccio e da corsa
  • Praticità ma con il cuore: utili rimorchi e adorabili mini predatori marini

 

Rüsselsheim.  160 ani di Opel significano innumerevoli leggende #automotive e grandissimi successi come Opel Corsa o la nuova Opel Astra. Ma 160 anni di #opel riservano anche numerose sorprese che vanno al di là della produzione automobilistica. Innovazioni e soluzioni che rendono più semplice la vita quotidiana e che hanno suscitato grande interesse all’epoca, ma che ora vengono a volte dimenticati. Tra di esse registriamo lo sviluppo di sofisticate macchine agricole e di motori per biciclette e aeroplani. La seconda parte dei "tesori nascosti dell’archivio Opel" svela altre sorprendenti idee e prodotti "made in Rüsselsheim" di cui pochissimi avrebbero sospettato l’esistenza. Alcuni sono diventati addirittura oggetti cult! Il segreto del loro successo: come nell’ingegneria #automotive, #opel pensa sempre a soluzioni innovative che sono adatte all’uso quotidiano e che vengono sviluppate con grande attenzione al dettaglio.

La natura come esempio: l’arte della leggerezza

Opel nelle vesti di innovativo "arredatore"? Potrebbe essere possibile, ma per capire il contesto bisogna prima lanciare uno sguardo oltre oceano: il Museum of Modern Art (MoMA) di New York ospita una delle collezioni di arte moderna più importanti nel mondo. Dal 2008 di questa collezione fa parte la “Bone Chair”. Fu progettata dall’artista olandese Joris Laarman – sulla base dei dati del centro tecnico di Rüsselsheim. La sedia in alluminio fu presentata nell’ambito della mostra “Design and the Elastic Mind” insieme al supporto del motore della #opel Vectra. Come la “Bone Chair”, il supporto del motore era stato progettato seguendo principi costruttivi biologici. Bionica è il nome della disciplina scientifica che analizza sistematicamente i principi strutturali e di crescita della natura e li applica agli sviluppi tecnici nel settore automobilistico. L’obiettivo: ridurre il peso dei componenti aumentandone contemporaneamente la resistenza – una progettazione leggera che segue la natura. Gli ingegneri di Rüsselsheim hanno sviluppato un programma di simulazione che trasferisce le regole della crescita naturale degli alberi, per esempio, agli sviluppi dei componenti. Il risultato: componenti come il supporto del motore sono più leggeri del 25 per cento e allo stesso tempo più resistenti del 60 per cento.

Non può mancare in nessuna cucina: una storia di grande successo

Un oggetto che adesso fa parte della dotazione base di ogni cucina non era affatto dato per scontato in passato: negli anni Cinquanta il frigorifero era il sogno di moltissime casalinghe tedesche. Uno dei modelli più agognati era il “Frigidaire” – e questo marchio ha una storia in comune con #opel. Migliaia furono infatti i frigoriferi prodotti a Rüsselsheim. Come è stato possibile? Frigidaire costruiva frigoriferi dal 1916, e nel 1918 la società fu acquistata da General Motors. Gli affari decollarono a partire dalla metà degli anni Venti, e la domanda crebbe vertiginosamente in tutto il mondo. Così Frigidaire, filiale di GM, si espanse anche in Germania. La Frigidaire GmbH fu fondata nel 1926 a Berlino e dal 1931 #opel iniziò a fornire da Rüsselsheim componenti per la linea di assemblaggio di Berlino. Il 1 ottobre 1938, l’intero assemblaggio fu trasferito presso lo stabilimento principale di Rüsselsheim. A partire dal 1949, i frigoriferi prodotti in Assia avevano nel logo le parole “Prodotto di Adam #opel AG”. Dopo aver rinnovato il design nel 1954, il marchio divenne addirittura il leader di mercato in Germania occidentale. Dalla metà degli anni Cinquanta, tuttavia, #opel decise di concentrarsi sulla produzione automobilistica, allora in pieno boom, e nel 1959 la produzione Frigidaire fu interrotta. Frigidaire esiste ancora oggi, ma il marchio appartiene a una società svedese.

In grande anticipo sui tempi: il bob olimpico

Opel non si avventurò su "terreni ghiacciati" solo con la produzione di frigoriferi, ma anche in uno sport che oggi è seguito da numerosi appassionati ogni inverno. Con la sigla di progetto “LP 13”, gli ingegneri di Rüsselsheim costruirono un bob per le Olimpiadi invernali del 1980 svoltesi a Lake Placid negli Stati Uniti dove però, il bob curiosamente non venne utilizzato. La storia inizia già nel 1977: ai designer #opel fu assegnato l’incarico di dotare i bob della Deutscher Bob- und Schlittenverband (DBSV), l’Associazione tedesca bob e slitta, di una vernice speciale. La società di Rüsselsheim pensò di non limitarsi a un intervento superficiale, ma decise di ridisegnare completamente questo veicolo sportivo, con il placet dell’associazione. Sotto la direzione di #opel, si procedette alla creazione di una forma innovativa nella galleria del vento e allo sviluppo di un sistema sterzante completamente nuovo. Inoltre, i pattini furono dotati di molle e ammortizzatori. I primi test furono super positivi: nelle prove i bob a due e a quattro erano stati 0,65 e 1,35 secondi più veloci, rispettivamente, rispetto ai modelli precedenti – nello sport ai massimi livelli è come gareggiare in due mondi diversi. Ma per garantire una competizione equa, la federazione permise agli atleti di affrontare le qualifiche utilizzando esclusivamente i vecchi bob tradizionali. La conseguenza: i team qualificati non avrebbero avuto un tempo sufficiente per familiarizzare con il futuristico bob #opel. Soprattutto i piloti non sarebbero riusciti a gestire perfettamente l’innovativo sterzo in un periodo così breve. Il rischio era troppo elevato, così la DBSV decise di ritirare i bob #opel. “Quei bob erano molto in anticipo sui tempi, anzi a dirla tutta pure troppo,” ricorda André Lange, leggenda del bob e appassionato di #opel. È comunque fuor di dubbio che il bob #opel abbia esercitato un’influenza duratura sul design di questi veicoli sportivi fino ai giorni nostri.

Aumentare le prestazioni delle stelle delle corse: la potenza di #opel sulla strada verso la Formula 1

Opel garantì velocità eccezionali non solo sulle piste di ghiaccio, ma anche sui circuiti automobilistici. Nel 1990, Michael Schumacher vinse il suo primo titolo nel campionato tedesco di Formula 3. Al posteriore della sua Reynard 903: il leggendario motore #opel due litri da 16V. A partire dal 1990 #opel fu un ricercato fornitore di motori per la Formula 3 – l’unità 2.0-16V di Rüsselsheim diventò addirittura il motore da corsa di maggior successo di sempre. Molte future stelle della Formula 1 impararono i segreti delle corse di Formula 1 avendo alle spalle tutta la potenza di #opel: Rubens Barrichello, David Coulthard, Giancarlo Fisichella, Heinz-Harald Frentzen, Mika Häkkinen, Nick Heidfeld e Ralf Schumacher. Solo in Germania #opel conquistò 164 vittorie in Formula 3, e altri 30 campionati nazionali in tutto il mondo. Jos Verstappen (1993), Jarno Trulli (1996) e Nick Heidfeld (1997) conquistarono i campionati tedeschi di Formula 3 con i motori #opel. E oggi? Il marchio del fulmine sta portando le corse e il rally nel futuro – con la ADAC #opel e-Rally Cup, la prima coppa monomarca per auto rally elettriche al mondo, e la vettura elettrica a batteria, a zero emissioni locali, che ne è la protagonista, la Opel Corsa-e Rally.

Quando lo spazio non basta mai: gli utili rimorchi di Opel

Grazie ai suoi moderni veicoli da corsa e da rally, #opel entusiasma in ambito sportivo – grazie alle sue soluzioni pratiche per tutte le necessità, questo marchio ricco di tradizione convince anche nella guida quotidiana. Un esempio risalente agli anni Ottanta è il pratico rimorchio #opel in alluminio per le attività professionali, i piccoli trasporti, il tempo libero e le vacanze, in passato pubblicizzato come “Leichtmetaller” (metallo leggero). Nella brochure di accompagnamento del 1981, venivano offerte sei versioni del rimorchio, ognuno in quattro misure, con una gamma di ben 24 versioni. La versione più grande era lunga ben 2,20 metri e aveva una portata di una tonnellata. Purtroppo, questi veicoli monoasse non avevano l’emblema del Blitz (il fulmine), neppure sulla sponda posteriore. Se lo avessero fatto, i pochi esemplari rimanenti sarebbero stati certamente oggetti da collezione molto ricercati. Nel 1913, #opel aveva già un rimorchio nella propria gamma. ma era un rimorchio da due tonnellate a due assi con timone, ed era stato concepito per i camion.

A caccia: gli squali nascosti nei modelli #opel sono un oggetto di culto

Torniamo al presente – e all’amore dei designer #opel per i dettagli e per le idee anticonvenzionali. Gli squali nascosti nei modelli Opel  sono diventati più di una piacevole tradizione, si tratta di veri e propri oggetti di culto! Nel 2006, l’animale apparve per la prima volta su #opel Corsa, ma come ci finì? Il designer #opel Dietmar Finger stava preparando a casa qualche schizzo del pannello esterno del cassetto portaguanti di #opel Corsa. Suo figlio fece capolino sopra la spalla e gli chiese, “Papà, perché non disegni uno squalo?” Così disegnò un piccolo squaletto e lo mostrò a superiori e colleghi, i quali ne furono entusiasti. Da allora, lo squalo ha invaso tutti i nuovi modelli #opel. Alla fine del processo di sviluppo e di design, il responsabile del design dell’abitacolo ha il permesso di metterlo all’interno della vettura, senza rivelarne la posizione. Così l’idea è diventata un popolare “Uovo di pasqua”: un dettaglio nascosto che rallegra i clienti quando ricevono una nuova #opel e si mettono alla ricerca. E sugli ultimi modelli, come la nuova Opel Astra Sports Tourer, alcuni di questi piccoli predatori si mettono a nuotare in cerchio, in luoghi dove sicuramente non ci si aspetta di trovarli ...

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